mercoledì 19 ottobre 2016

Lutero e....

In quest'epoca, di dichiarazioni congiunte sulla Giustificazione per fede coi luterani, che per quanto paiano innocentemente ireniche, 
vanno a violare di fatto quanto già infallibilmente statuito al Concilio di Trento, (adottando la stessa interpretazione ideologica e falsata di Romani 3,28 con l'aggiunta del "sola", contenuta nella luterana "Prefazione alla lettera ai Romani", e confluita in Calvino, Ist. III, 11,1, fino al Catechismo di Heidelberg e alla
Confessione Belga),

proponiamo un diverso passaggio storico.
Si noti che quasi a ogni capoverso del testo sottostante si traducono studiosi e art. di giornali verificabili.

A volte si pensa a grandi questioni ideali, si sfiorano iperuranii e si vellicano epidermidi d'assoluto. A volte , invece....

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Martin Lutero. Per la stesura delle sue 95 tesi importante fu il gabinetto.

Certamente nemmeno gli uomini illustri furono esenti da malanni fisici, incurabili nelle epoche in cui vissero, se, come riferisce Plutarco nelle Vite parallele, Giulio Cesare soffriva di epilessia e, come sappiamo da una lettera al fratello Jerome, Napoleone Bonaparte fu vittima di una stipsi cronica che gli procurò terribili disturbi che si acuirono drammaticamente proprio il giorno della battaglia di Waterloo. E proprio ai dolori atroci che lo tormentarono stando in sella alcuni storici attribuiscono la concausa della clamorosa sconfitta.
 

Le infermità dei personaggi storici restarono comunque sempre custodite nel ristretto ambito dei familiari e dei collaboratori più prossimi, perciò stupisce sapere che Martin Lutero non solo non ne facesse mistero ma addirittura ne parlasse apertamente quasi fosse un vanto.
 

Infatti soffriva della stessa infermità di Napoleone ma a differenza di quello, che era obbligato all’azione, svolgendo egli un’attività eminentemente intellettuale risolse il problema trascorrendo gran parte della sua giornata seduto su quello che i tedeschi chiamano Klo, trasformandolo nel suo scrittoio, pensatoio e trono.
 

L’originalità di mente del Riformatore raggiunse tali vette da far sì che ciò che chiunque avrebbe tenuto discretamente occultato come un accidente da ascrivere alla decenza della sfera privata, in lui si trasformò in argomento di conversazioni conviviali e di pubblico dominio.
A tal punto quel gabinetto svolgeva un ruolo determinante nelle sue attività giornaliere e di pensiero che per quattrocentocinquant’anni i suoi studiosi hanno cercato di scoprire dove fosse finito quell’arredo talmente fondamentale da fargli affermare in due discorsi dopo cena (nn. 1681 e 3232b) che il protestantesimo era nato nella fogna: “Lo Spirito Santo mi ha ispirato questa riforma quando ero sulla cloaca.” (Der Spiegel).


Orbene, sappiamo che il vento soffia dove vuole e non si conosce da dove viene e dove va (Gv 3,8) ma, per avere la certezza che qualcosa sia nata dallo Spirito, prima ancora di valutarne i frutti dobbiamo esaminare il contesto dell’evento: occorre perciò figurarci Martin Lutero in profonda meditazione mentre espleta le sue funzioni intestinali, seduto su una tazza collegata ad una fogna, nell’istante in cui una colomba, raffigurazione cristiana dello Spirito Santo, si ferma al di sopra della sua testa benedicendo l’attività sottostante.
 

Dato per scontato da parte dei suoi studiosi ed estimatori che proprio così si svolsero i fatti, il funzionale arnese fu cercato per centinaia d’anni, come sopra detto, fino al fausto giorni in cui, nell’estate del 2004, tornò alla luce durante alcuni lavori di ristrutturazione nel giardino della sua casa di Wittenberg.
 

La scoperta eccitò a tal punto l’animo di archeologi, storici e appassionati studiosi del Riformatore che rimbalzò sulle testate giornalistiche di tutto il mondo, compreso il nostro Corriere della sera che ne dette notizia con un articolo del 23 ottobre dello stesso anno.
 

“Questa è una scoperta grandiosa – affermò trionfante Stefan Rhein, direttore della Luther Memorial Foundation – Qui è dove è nata la Riforma.” (The Sydney Morning Herald)
 

Tenne poi a precisare che il gabinetto, in quanto costruito con blocchi di pietra, era molto evoluto per la sua epoca e che, insolitamente, aveva una seduta di 30 centimetri quadrati, dotata di un buco che attraverso uno scarico primitivo lo collegava ad un sottostante pozzo nero.
 

Invece il dottor Martin Treu, teologo ed esperto di Lutero, residente a Wittenberg, commentò l’avvenimento alla BBC News Online ponendo un grave e angoscioso problema, che riportiamo:
 

“Lutero ha lasciato un catalogo dettagliato della sua battaglia contro la costipazione intestinale ma, nonostante questa ricchezza di informazioni, alcuni dettagli chiave rimangono oscuri, cioé quali succedanei potrebbe aver utilizzato il grande riformatore al posto della moderna carta igienica. Infatti la carta del tempo sarebbe stata troppo costosa e troppo rigida per lo scopo.”
 

Un dilemma che in effetti anche a noi sembra centrale al luteranesimo, ma essendo passati molti anni da quando lo scrupoloso Dott. Treu si pose il quesito, può darsi che nel frattempo, con grande soddisfazione generale, l’abbia risolto.
 

Durante gli scavi si scoprì anche la presenza “di un sistema di riscaldamento a pavimento, che presumibilmente diede a Lutero un po’ più di conforto durante le ore spese in contemplazione” (Der Spiegel)
 

Quindi, comodamente seduto e riscaldato, il fondatore del protestantesimo poteva trascorrere ore a contemplare le verità di Dio, seppur non sappiamo se ciò facesse da solo o anche tenendo concione, in quanto la stanza in cui era collocato il suo trono aveva una dimensione di circa trenta metri quadrati.
 

Quel sacro pensatoio influenzò pure la successiva produzione creativa e riformatrice di Martin Lutero, viste le caricature che egli stesso faceva realizzare da uno dei massimi pittori e incisori tedeschi dell’epoca, Lucas Cranach il Vecchio.
 

Tali caricature, che egli stesso ispirava per ridicolizzare il romano pontefice, si imperniarono spesso su temi collegati alle funzioni intestinali, come possiamo constatare nel pregevole libro della storica Angela Pellicciari intitolato appunto Martin Lutero (ed. Cantagalli).
 

Non è dato sapere se, a giudizio dei suoi seguaci, anche queste ulteriori ideazioni siano state opera dello Spirito Santo o se possano essere attribuite al solo spirito di Lutero.
 

La nostra preoccupazione ora è invece il viaggio che Papa Francesco andrà a fare in Svezia per partecipare ai festeggiamenti dei cinquecento anni della Riforma e per gli impegni che andrà ad assumere a nome dei cattolici. Infatti, leggendo sul sito dei luterani il programma dell’incontro e i cinque “imperativi” concordati, che dovranno essere pronunciati da entrambe le parti per accettazione, pur non essendo teologi possiamo pacificamente prevedere che susciteranno molte polemiche. E speriamo solo quelle.

Paola de Lillo

9 commenti:

  1. da una riflessione col prof. Paolo Pasqualucci

    "Nel suo elogio della dottrina luterana sulla giustificazione, Papa Bergoglio si e' fondato sul la Dichiarazione comune fra cattolici e luterani sulla medesima dottrina. Per l'esattezza ha detto: "[...] Ed oggi luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo d'accordo sulla dottrina della giustificazione: su questo punto tanto importante lui [Lutero] non aveva sbagliato". Non aveva evidentemente sbagliato a sostenere che il peccatore e' trovato giusto da Dio (giustificato) in base alla sola fede nella salvezza procurataci dalla Croce di Cristo! Il punto da mettere in rilievo e' il seguente: la lode di Bergoglio a Lutero viene quale logica conseguenza di quanto scritto in questa incredibile Dichiarazione comune. Si tratta di un documento ufficiale, approvato dai Papi (da tre Papi: GPII, Benedetto XVI, Francesco), nel quale ci si associa alla concezione eretica della giustificazione. Proprio cosi'.
    Infatti, se si va a vedere il documento sul sito della S. Sede, troviamo ripetuto piu' volte: "insieme confessiamo che non in base ai nostri meriti ma soltanto per mezzo della grazia e nella fede nell'opera salvifica di Cristo noi siamo accettati" (art. 15); "Insieme confessiamo che l'uomo dipende interamente per la sua salvezza dalla grazia salvifica di Dio...La giustificazione avviene soltanto per opera della grazia..." (art. 19); "Insieme confessiamo che le buone opere - una vita cristiana nella fede nella speranza e nell'amore - sono la conseguenza della giustificazione e ne rappresentano i frutti" (art. 37)". In quest'ultimo articolo si vede che anche per la Gerarchia cattolica attuale le buone opere non cooperano in modo decisivo alla nostra salvezza (Conc. di Trento) ma sono solo una conseguenza della fede nella nostra salvezza, salvezza ottenutaci gia' da questa fede e quindi "soltanto" da essa. Le opere non sono dunque piu' meritorie (e non lo vediamo questo concetto luterano apparire in qualche modo nella Amoris Laetitia?).
    Per chi non lo sapesse, il "soltanto" fu arbitrariamente introdotto da Lutero nella sua traduzione di Rm 3, 28, dove S. Paolo, citando la Scrittura, insegnava che "l'uomo e' giustificato per fede [la fede in Cristo], senza le opere della Legge [mosaica, a cominciare dalla circoncisione]". Lutero tradusse: "..noi pensiamo che e' giustificato per sola fede, senza le opere della Legge", replicando con disprezzo ed insulti a chi gli faceva notare l'arbitrario inserimento dell'avverbio "sola" (Io traduco idee, non parole, gridava il forsennato).
    Se ne deve concludere che l'errore luterano, gia' condannato formalmente come eresia, e' penetrato in un documento ufficiale della Chiesa. Oppure no? E se no, si dimostri che la mia analisi e' sbagliata, che l'infausto "solamente" della Dichiarazione comune non e' luterano ma corrisponde a quanto ha insegnato sempre la Chiesa.
    Nell'attesa della confutazione, possiamo provvisoriamente sostenere che: Papa Francesco va a Lund per magnificare, da Papa in carica, Lutero sulla base di un Documento ufficiale da lui approvato che sottoscrive aspetti essenziali dell'eresia luterana, contraddicendo quanto esplicitamente condannato al Tridentino. Spiritualmente, e' un viaggio verso il piu' profondo dell'Inferno. Preghiamo perche' ci ripensi, perche' lo Spirito Santo gli faccia cadere il paraocchi modernista e la cerimonia sia annullata. Oppure mutata radicalmente, che vada a Lund per convertire gli eretici, come dovrebbe fare, in quanto sacerdote di Cristo e suo Vicario in terra

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  2. aggiungo: "sola" nel testo non c'è, l'aggiunta inventata di Lutero scopre le sue intenzioni di divisione

    Romani 3,28

    λογιζομεθα ουν (<n.d.r.altri codici hanno gar per infatti) πιστει δικαιουσθαι ανθρωπον χωρις εργων νομου

    (riteniamo) (infatti) (per fede) (è giustificato) (un uomo)(senza)(opere)(della legge)

    "riteniamo che l'uomo è giustificato per fede senza opere della legge."

    ma il sola non c'è, e lo ammettono anche gli altri protestanti
    cfr.

    https://triangulations.wordpress.com/2010/05/09/romans-328/

    detto questo, il bello è che, come dicevamo sopra, S. Paolo continua a parlare pagine e pagine, non ha terminato.
    I luterani e post-tali si sono fiondati solo su questo passo, IDEOLOGIZZANDOLO, tralasciando tutto il resto.

    L'uomo è giustificato per fede. Senza Sola.
    Ma sempre per fede deve vivere una vita degna CONSEGUENTE ALLA GIUSTIFICAZIONE RICEVUTA, le buone opere hanno un ruolo nello stabilire dove passerà l'eternità.
    Infatti, non basta magnificare quanto Gesù ha già fatto per me sulla Croce, se non mi pento, cambio vita, faccio frutti degni del ravvedimento, mi santifico, compio buone opere che hanno un ruolo nella mia salvezza.

    Si vedano (non solo i Vangeli ovviamente), non solo l'Ep. di S. Giacomo (in cui il valore delle opere buone è sottolineato in maniera inequivocabile), ma anche la stessa immagine in S. Paolo (e altrove) in cui si parla delle corone di gloria che Dio darà secondo i meriti di ciascuno: ecco che il merito di ciascuno, in ambito buone opere, conta assai. (1Corinzi 9,25; 2Timoteo 2,5;
    2Timoteo 4,8; Giacomo 1,12; 1Pietro 5,4; Apocalisse 2,10; Apocalisse 3,11)

    la presa di posizione del doc. congiunto sulla Giustificazione è tragica perchè avalla questo errore ed intento di Lutero.
    Si tratta di ideologizzazione di un passo estrapolato su gli altri, già quando Lutero scrive che l'epistola ai romani (in realtà alcuni passi estrapolati e tradotti pure impropriamente come abbiamo visto sopra) è il cuore del vangelo, anzi la sua espressione più pura (sempre inteso come giustificazione per sola fede senza opere degne e senza novità di vita).

    Lutero Scrive: "l'ep. romani è il documento più importante del NT, il vangelo nella sua espressione più pura....una luce risplendente, sufficiente a illuminare l'intera Bibbia" (M. L., Prefazione alla lettera ai Romani) specie con la sua traduzione impropria e aggiunta di vocaboli che non ci sono, come il "SOLA". Già da lì si capisce l'intento e l'ideologia usandolo come chiave esegetica di TUTTA la S.Bibbia.

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  3. Aggiungo: da quell'interpretazione ideologica di Lutero, di "giustificazione per sola (aggiunto arbitrariamente)fede" di cui nella sua Prefazione alla Let. Romani, si dice ancora "È il cuore del vangelo biblico" , e di lì l'errore passa all’intera riforma protestante. Calvino concorda, chiamando la giustificazione per sola fede, nelle sue Istituzioni, "il perno sul quale ruota tutta la religione."
    (Calvino, Ist. III, 11,1)

    per lui la giustificazione per sola fede, senza opere sante, come estrapolata da Lutero con la traduzione errata dall'Epistola e l’aggiunta del “sola” che non c’è, era addirittura fondamento stesso della certezza della salvezza. Basta quel che ha fatto Cristo per noi, dicono. A noi basta saperlo. Auguri.

    bene: la dichiarazione congiunta coi Cattolici(?) sulla Giustificazione, ignora il Concilio di Trento (articoli riportati ai link sopra) e si dice d'accordo con tutto questo.

    Lutero proclamava anche come motto che "il giusto vivrà per fede" (intendendo senza la necessità delle opere)...sembra tanto la definizione di eresia come la spiegava San Pio X: non sempre si dice qualcosa di sbagliato, a volte una pagina è giusta, e quella dopo è totalmente falsa.

    E infatti "Il giusto vivrà per fede" lo dice ovviamente la Sacra Scrittura in Ebr. 10,38...

    Peccato che il versetto non sia finito, infatti aggiunge

    "MA se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce!». Con chiaro riferimento alle buone opere meritorie. Altro che pecca fortiter sed crede fortius!

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  4. http://www.maurizioblondet.it/obama-tempeste-solari-lavvertimento-garabandal/

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  5. fondamentale articolo

    http://antimassoneria.altervista.org/difendersi-dalla-deriva-masso-protestante-domande-risposte-forma-catechismo/

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  6. https://apostatisidiventa.blogspot.it/2016/10/un-modello-di-papato-diverso-da-quello.html

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  7. I vecchi adagi popolari saranno abusati, banali, qualunquisti ecc..., ma hanno sempre un loro fondo di verità. Nelle nostre terre ce n'è uno che recita:"Cs'a vut pratandar da un bus dal cul?" (trad. cosa vuoi pretendere da un buco di...?-credo che il finale sia intuibile). E' lui. Immagino già l'immagine del santino di San Lutero p.v. Meglio riderci sopra, va là...

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  9. del santino non so, ma da un pezzo circola il ...Lutero Playmobil!

    un successone, tra l'altro:

    http://www.corriere.it/cultura/15_febbraio_19/lutero-fa-boom-figurino-piu-venduto-poche-ore-playmobil-8420bcac-b817-11e4-8ec8-87480054a31d.shtml

    in un'altra combinazione playmobil ha la spada, quella con cui divise l'Europa e la cristianità.

    E tutto per un debito malinteso con il nominalismo medievale.

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