venerdì 28 ottobre 2016

Ancora su Lutero

Tentiamo in breve di tratteggiare una personalità, così poco capìta, a quanto pare.

Lutero viene oggi celebrato anche da papa Francesco. Non si sa da quanti cattolici,
dal momento che molti tra gli estimatori di Lutero sono atei, massoni, comunisti e vari nemici della Chiesa Cattolica e di Cristo, che nemmeno conoscono il "riformatore", ma lo stimano a prescindere, per aver parzialmente distrutto l'unità della Chiesa 5 secoli fa con lo scisma più grande mai visto in Occidente, causato zizzanie (e guerra!) di portata sanguinaria, e un'enorme ferita nella Cristianità.

Negli ultimi anni abbiamo assistito almeno a 2 fatti inusitati: 
la Dichiarazione Congiunta sulla Giustificazione, ora condivisa, tra cattolici e luterani (ma proprio il modo di intendere la giustificazione, senza ruolo alle opere meritorie, fu tra le cause maggiori della scissione e del Concilio di Trento, mai abolito e tuttora dogmatico) su cui per forza di cose torneremo;
e di recente, una sorta di intenzione di "intercomunione" riguardo alla (impossibile) concelebrazione Eucaristica insieme, proprio perchè è intesa in maniera differente. 

Il tutto, nell'attesa dei 500 anni della "riforma" nel 2017, (nonostante quanto sappiamo da Fatima 2017, il centenario che s'avvicina), condito da tempo anche da fenomeni di marketing. Si veda per esempio il Lutero Playmobil, comunque un'ingenuità e un falso storico, pur sempre più digeribile del suo vero volto, che infatti non pubblico.



Prima di tutto, alcuni estratti da Lutero stesso:

Lutero nel suo Contra Enricum Regem Angliae (Werke, t. X, sez. II ):
«Quando avremo fatto crollare la Messa, penso che avremo fatto crollare tutto il Papato. Perché è sulla Messa, come su roccia, che il Papato intero si appoggia, con le sue dottrine e diocesi, con i suoi monasteri e ministeri e collegi e altari, cioè con tutto il suo ventre».

Nella sua predica sulla prima Domenica d'Avvento (Werke, t. XV, p. 774):
«Io sostengo che tutti i lupanari, gli omicidi, gli stupri, gli assassinii e gli adultèri messi insieme, sono meno cattivi di quell'abominio che è la Messa papista».
«Dichiariamo in primo luogo che non è mai stata nostra intenzione abolire totalmente il culto di Dio, ma soltanto purgare quello in uso di tutte le aggiunte con cui è stato insozzato: parlo di quell'abominevole Canone, che è una silloge di lacune fangose; si è fatto della Messa un sacrificio; si sono aggiunti degli offertori.
La Messa non è un sacrificio o l'azione del sacrificatore. Consideriamola come sacramento o come testamento. Chiamiamola benedizione, eucarestia, o mensa del Signore, o Cena del Signore, o memoria del Signore.
La si chiami in qualsiasi altro modo, a patto che non la si sporchi col nome di sacrificio o di azione».



 1. SUL "SOLA FIDE", CHE BASTEREBBE PER SALVARCI L'ANIMA (dall'opuscolo: "Della liberta' del Cristiano")

1.1 "Percio' e' chiaro che l'anima ha bisogno, per vivere e giustificarsi, della sola parola di Dio, e che e' giustificata per mezzo della sola fede senza alcuna opera". 

1.2 "E' una dignita' altissima e unica, una forza vera e onnipotente dello spirito, non trovare nulla tanto buono o cosi' cattivo che non cooperi con me al bene, purche' io abbia fede. Null'altro, tuttavia, mi occorre per salvarmi, bastando che la sola fede eserciti la forza e il potere della sua liberta'. Non siamo solo dei re totalmente liberi, ma anche sacerdoti per sempre, e cio' e' molto superiore al potere regale, perche in questa funzione siamo degni di presentarci davanti a Dio, di pregare per gli altri e di di insegnarci vicendevolmente le cose divine".

1.3 "La fede, poi, nasce e si conserva se si predica il motivo per cui Cristo e' venuto, che cosa ha portato e donato, e per quale uso e vantaggio essa sia da accettare. Cio' avverra' se si insegna chiaramente la liberta' cristiana che abbiamo ricevuto da Lui, e per quale motivo tutti noi cristiani siamo re e sacerdoti, il che ci rende signori di tutte le cose e ci da' la fiducia che qualunque cosa facciamo e' gradita a Dio".

1.4 "A chi non ha fede, nessuna opera buona serve per giustificarsi e salvarsi, e, all'opposto, nessuna cattiva opera rende cattivo o dannato l'uomo: solo l'incredulita' rende la persona, e quindi le sue opere, cattive e dannate".
 

2. SULLA S. MESSA (dall'opuscolo: "Messa in volgare e ordine del servizio divino").

2.1 "...molte lamentele e recriminazioni si fanno sentire su certe forme delle nuove messe, perche' ciascuno fa quello che gli piace".

2.2 "Infatti non voglio in nessun modo togliere la lingua latina dal culto, perche' a me interessa di fare tutto per la gioventu'. E se lo potessi, e la lingua greca e quella ebraica ci fossero familiari come il latino, e se possedessero una musica e un canto belli come il latino, si dovrebbe una domenica dopo l'altra tenere la messa, cantare e leggere in tutte e quattro le lingue: tedesco, latino, greco ed ebraico.". 

2.2 "Poiche' la parte piu' importante e piu' elevata di tutto il servizio divino e' la predicazione e l'insegnamento della parola di Dio, precediamo nel modo seguente con la predicazione e la lettura...".

2.3 "Lasciamo ancora sussistere gli indumenti per la messa, l'altare, le candele, finche' seguiamo quest'uso o preferiamo cambiarlo. Ma se qualcuno in questo vuole procedere diversamente, lo lasciamo fare. Pero' nella vera messa, fra veri cristiani, l'altare non dovrebbe rimanere com'e' e il sacerdote dovrebbe volgersi sempre verso il popolo, come, senza dubbio, ha fatto Cristo durante la Cena. Ma attendiamo che il tempo sia maturo per cio'...".

 3. SULLA SANTA COMUNIONE

3.1 "La cosa significata, ossia l'effetto di questo sacramento e' la comunione dei santi [...] Percio'ricevere questo sacramento nel pane e nel vino non e' altro che ricevere un segno certo di questa comunione e incorporazione con Cristo e tutti i santi, come se si dia ad un cittadino un contrassegno, un documento firmato o una parola d'ordine..."

3.2 "Chi dunque e' scoraggiato, indebolito dalla sua coscienza peccaminosa, spaventato dalla morte, o comunque ha il cuore aggravato, se vuol esserne liberato, s'avvicini soltanto lietamente al sacramento dell'altare e deponga il suo carico nella comunita', e cerchi aiuto nella totalita' del corpo spirituale..."

3.3 "Per questa stessa ragione coloro che non hanno sventure, o sono privi di angoscia, o non sentono la loro infelicita', non ricevono nessun giovamento da questo santo sacramento, e ne ricevono ben poco; poiche' esso e'dato soltanto a coloro che hanno bisogno di consolazione e forza, che hanno un cuore depresso, che soffrono tentazioni dal peccato o sono anche caduti in esso. Quale frutto dovrebbe produrre negli spiriti liberi e sicuri, che non ne hanno bisogno e non lo desiderano?"

3.4 "Egli [Cristo] vuole che facciamo un uso frequente del sacramento, perche' ci ricordiamo di lui, e seguendo il suo esempio ci esercitiamo in quella comunione"[...] "..questa e' la vera comunione e il vero significato di questo sacramento: siamo trasformati l'uno nell'altro e diventiamo una comunita' per mezzo dell'amore, senza il quale nessuna trasformazione puo' avvenire".
(Dal "Sermone sul sacramento del corpo di Cristo").

3.5 "La transustanziazione che avverrebbe nel sacramento dell'altare fu inventata da san Tommaso. Io penso che restino pane e vino, come l'acqua resta acqua nel battesimo; come quando predico, la mia voce resta una voce umana, eppure in realta' e' la potenza di Dio, come la chiama Paolo" (Dai "Discorsi a tavola", ed. Einaudi, 1969, p. 21).
3.6 "Non si deve tributare alcun culto al sacramento. Io mi inginocchio, si', ma per rispetto. Quando poi mi metto a letto, lo prendo senza inginocchiarmi. Infatti e' una cosa libera, com'e' libero baciare la Bibbia o non baciarla..." (ivi, p. 59)

 4. Lutero appese le sue 95 tesi il 1mo nov. 1517, contestandovi non solo gli abusi provocati dalla predicazione delle indulgenze ma la stessa autorita' papale. Fu l'inizio dello scisma e della rivolta contro la Chiesa. L'appropriazione dei beni della Chiesa da parte dei nobili e il clima generale di ribellione fu all'origine di disordini sociali che assunsero toni rivoluzionari nella "guerra dei contadini", le cui feroci bande erano guidate dall'ala estremista del protestantesimo (Muenzer etc.).  
Lutero incito' i principi a sterminarli, il che avvenne nel 1525, nella battaglia di Frankenhausen (100.000 morti). 

Nell'opuscolo "Contro le empie e scellerate bande dei contadini", scrisse: "Ma quanti periranno tra i contadini saranno tutti anime dannate: infatti impugnarono la spada contro la parola e l'obbedienza di Dio e sono creature del demonio". 

5. Scrisse anche due violenti libelli contro gli Ebrei, incitando a distruggere le loro sinagoghe e case, a mandarli raminghi come gli zingari, etc. (Non li ho letti, cito da: R. Lewin, "Luthers Stellung zu den Juden"[La presa di posizione di L. verso gli Ebrei], 1911, rist. anast. Scientia, Aalen, 1973, p. 82).

6. Nella celebre Lettera a Leone X, che dovette scomunicarlo, scrisse, tra l'altro: " E' finita per il Seggio di Roma, l'ira di Dio lo ha colto senza rimedio"; "Ma che io debba rinnegare la mia dottrina, e' cosa da non parlarne nemmeno, e nessuno deve attentarsi a chiederlo...ne' tollerero' regole o imposizioni nell'interpretazione della Scrittura". 

7. Qualche passo dai celebri "Discorsi a tavola", raccolti da segretari e ammiratori.
" Satana m'incalza ad ogni istante. Mi sta alle calcagna continuamente" (ed. cit., p. 44); 

"Non puoi restare scapolo senza peccare. Il matrimonio poi e' un ordine e una creazione di Dio. Non e' dunque impulso di Satana quando uno desidera sposarsi con una vergine onesta; Satana infatti odia questo genere di vita. Suvvia, in nome di Dio, arrischiati sulla sua benedizione e creazione!" (p. 50); 

"Agostino lo divoravo ma quando in Paolo mi si schiuse la porta perche' conobbi cos'era la giustificazione della fede, allora Agostino era spacciato" (p. 59); 

"Contro le tradizioni umane non conosco esempio migliore del culo; non si lascia stringere, vuol far da padrone e basta. Percio' il papa ha vietato tutto, fuorche' cacare" (p. 92); 

"Gli Italiani ridono di noi perche' crediamo a tutto cio' che dice la Scrittura. Il papa dice che Cristo e' un bastardo, perche' nacque da una vergine, ma una vergine che genera, e' una puttana. Tanto credono alla Scrittura..." (p. 129); 

"Se mai battezzero' un Giudeo, voglio portarlo sul ponte sull'Elba, appendergli una pietra al collo, buttarlo di sotto e dire: 'Io ti battezzo in nome di Abramo', perche' non matengono la parola" (p. 153); 

"[Lutero] va scritto Lyder, con la y greca, non Luther; Lydewig, Lyder, Lydegarius, Lytringen, che un tempo devastarono Roma" (p. 195). 

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Su uno dei suoi motti "pecca fortiter, sed crede fortius" riassumo da un intervento del prof. Paolo Pasqualucci:

Il motto di Lutero "pecca fortiter, sed crede fortius" esprime coerentemente l'idea di una salvezza per la sola fede. Idea balzana, che mette in contraddizione tra loro la fede e le opere del buon cristiano.  
Come c'e' arrivato Lutero? In lui operavano almeno due componenti: una concezione totalmente pessimistica dell'uomo, che lo portava a ritenere inutile ogni opera per la salvezza; un individualismo assoluto, che lo portava all'interpretazione diretta dei Testi, scartando il magistero. 

Dal pessimismo radicale proveniva un'idea sbagliata della Grazia: essa non rigenera l'uomo ma ne copre i peccati come un mantello, grazie alla Croce. L'uomo resta sempre peccatore, qualsiasi cosa faccia, il peccato originale lo ha irrimediabilmente corrotto (errore: lo ha corrotto, ma solo in parte) pero' la fede in questo "mantello" che e' la Grazia lo salva (sola fides, appunto). La nozione luterana della Grazia respinge quindi l'idea dell'uomo nuovo, della rigenerazione interiore che la grazia, con la collaborazione del libero arbitrio e della volonta', puo' produrre in ciascuno di noi (Gv 3, Gesu' con Nicodemo, come sempre inteso dalla Chiesa). 
Un luterano potrebbe dire che la frase di L. e' stata in genere sentita come un'iperbole. E' un fatto, pero', che grazie al concetto ad essa sotteso (il sola fide) molti luterani (e protestanti in generale) ritengono di esser salvati dalla loro semplice fede nel "mantello" che Cristo avrebbe posto sui loro peccati, senza sentire il bisogno di pentirsi degli stessi e di cambiar vita.

Un punto essenziale e' quello del carattere di individualismo ribelle ed anarchico del luteranesimo e del protestantesimo in generale. Sommerso per tanto tempo dal "peso sociale" e da altri elementi, ha finito alla fine per prevalere sin dall'epoca dell'affermarsi del razionalismo protestante. 
Ma gia' si mostro' nelle lotte sociali a sfondo religioso inerenti alla "Riforma". Per fissarsi bene in mente la svolta rivoluzionaria effettuata da Lutero, riporto un passo di Hubert Jedin, in passato eminente storico della Chiesa: "L. abbozzo' un vasto programma di riforma per un futuro concilio che, nella sua critica [etc.], concordava sotto molti aspetti con precedenti progetti di riforma, ma se ne differenziava [ questo e' il punto fondamentale] in quanto faceva risalire i mali della Chiesa non tanto alla deficienza morale degli uomini quanto alla falsificazione del vero Vangelo della quale, a suo modo di vedere, la colpa principale era del papato e della scolastica aristotelica. Cio' che egli chiamava "riforma" era qualcosa di diverso dagli sforzi riformatori del tardo M.E. [...] Ove il Vangelo che egli pretendeva oscurato, fosse posto di nuovo in luce e venisse annunciata la giustificazione mediante la sola fede, allora la Chiesa ritroverebbe anche la sua giusta "forma" e sarebbe "riformata". Questa, dunque, la falsa "riforma" dell'eretico. Un simile stravolgimento poteva esser proclamato solo come libero esame individuale delle Scritture, al di fuori di tutta la Tradizione e l'insegnamento della Chiesa. 
Solo una mente ottenebrata puo' affermare che L. "appartiene alla tradizione della Chiesa".  

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Aggiungo:

Ancora per comprendere l'idea di"giustificazione per -sola- fede" alla protestante. Si può approfondire parecchio e si nota sempre l'impossibilità assoluta di conciliazione col Cattolicesimo,
ma anche con le stesse dottrine bibliche, con la palese ideologizzazione di 1 punto (proprio il significato etimologico di αϊρεσις)
dell'Epistola Romani ritenuto superiore anche ai Vangeli e all'intera Sacra Scrittura, e unica chiave esegetica.

si legga questa spiegazione protestante "moderna":

http://www.cprf.co.uk/languages/italian_justificationheartofgospel.html#andgoodworks
(non temete, il testo è in italiano)

Oltre a distaccarsi dalla dottrina (Cattolica, ma anche solo e semplicemente Biblica in più punti), va sottolineata l'erronea e tendenziosa traduzione da parte di Lutero di Romani 3,28

λογιζομεθα ουν πιστει δικαιουσθαι ανθρωπον χωρις εργων νομου

lett. sarebbe :

(riteniamo) (infatti) (per fede) (è giustificato) (uomo) (senza) (opere) (della legge)

riteniamo che l'uomo è giustificato per fede senza opere della legge.

e il "sola" di "per sola fede" nel testo paolino NON c'è.
Aggiungo anche che S. Paolo in quel passo della lettera non intende le buone opere meritorie del cristiano, ma le "opere della Legge" ebraica passata, circoncisione, etc.

Ma Lutero Scrive: "l'ep. ai Romani è il documento più importante del NT, il vangelo nella sua espressione più pura....una luce risplendente, sufficiente a illuminare l'intera Bibbia" (in: Martin Lutero, "Prefazione alla lettera ai Romani") specie con la sua traduzione impropria e aggiunta di vocaboli che non ci sono, come il "SOLA".

Per i luterani la giustificazione per sola fede, senza opere sante, come estrapolata da Lutero con la traduzione errata dall'Epistola e l’aggiunta del “sola” che non c’è, era addirittura fondamento stesso della certezza della salvezza. Basterebbe quel che ha fatto Cristo per noi, dicono. A noi basta saperlo.

Similmente Lutero proclamava anche come motto che "il giusto vivrà per fede" (intendendo senza la necessità delle opere)...sembra tanto la definizione di eresia come la spiegava San Pio X: non sempre si dice qualcosa di sbagliato, a volte una pagina è giusta, e quella dopo è totalmente falsa.

E infatti "Il giusto vivrà per fede" lo dice ovviamente la Sacra Scrittura in Ebr. 10,38...

Peccato che il versetto non sia finito, infatti aggiunge

"MA se si tira indietro, l'anima mia non lo gradisce!». Altro che pecca fortiter sed crede fortius!

Ancora Lutero: "che il cristiano ha già nella fede tutto ciò di cui ha bisogno, nella fede e non ha bisogno delle opere per essere giustificato" (da "La libertà del Cristiano"), perchè egli riceve una giustizia che non è sua, ma è una justitia aliena, una giustizia estranea. Gli vengono cioè imputati i meriti di Cristo, pur non avendoli, in questo sarebbe il dono gratuito della grazia di Dio. E così resterebbe senza niente altro.

Allo stesso modo l'altro eresiarca di seconda ondata, Calvino, sostiene che è giustificato colui che, "escluso dalla giustificazione delle opere, afferra per fede la giustizia di Gesù Cristo, ed essendone "rivestito" (n.d.r. ma dentro rimane lo stesso di prima, non ne sarebbe rinnovato nello S.S.) appare dinanzi a Dio non già come peccatore, ma come giusto" .

"appare" ma non è, e non lo diventa giusto. 

Ma poi..."rivestiti della giustizia di Cristo," ma dentro si resterebbe come prima....Dio non legge più i cuori per costoro?  Gesù avrebbe dunque operato una sorta di "pace libera tutti" come a nascondino, regalato un bel vestito nuovo di giustizia e null'altro.

E la Sua Onnipotenza che CAMBIA le persone? E il cuore di carne al posto del cuore di pietra? E l’opera dello SS.?

La giustificazione per fede posta in questi termini significherebbe (cito) "nient'altro che l'assoluzione della colpa di colui che era stato accusato, come se fosse stata dichiarata la sua innocenza. Poichè Dio ci giustifica per intercessione di Gesù Cristo: non ci assolve per la nostra innocenza ma perchè ci considera gratuitamente giusti, pur non essendolo, reputandoci giusti in Cristo, per quanto non lo siamo in noi stessi." (Calvino, Ist. III, 11, 2-3).

Così Calvino riafferma e rende sistematico il passaggio di Lutero, appoggiandosi su una dottrina già in parte biblica, ma riportata in maniera gravemente incompleta.

E' vero che Cristo divenne quello che non era (si è fatto quasi peccato per noi) trattato da ingiusto, per renderci quello che noi non siamo per natura, giusti. Il problema è che loro non intendono che Gesù abbia realmente risolto anche il vulnus del peccato, anche la tendenza a peccare, e rivoluzionato la persona se rinasce con Lui.  

In risposta, alcune fondamentali delle proposizioni del Concilio di Trento:

9_se qualcuno afferma che l'empio è giustificato dalla sola fede, nel senso che non si richiede nient'altro per cooperare al conseguimento della grazia della giustificazione, e che non è assolutamente necessario ch'egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà: sia anatema (DS, 1559)

11_Se qualcuno afferma che gli uomini sono giustificati o per la sola imputazione della giustizia di Cristo o per la sola remissione dei peccati, ESCLUSE la grazia e la carità che è riversata nei loro cuori dallo Spirito Santo e inerisce ad essi; o anche che la grazia, con cui siamo giustificati, è solo favore di Dio: sia anatema (DS, 1561)

12_Se qualcuno afferma che la fede che giustifica non è altro che la fiducia nella misericordia divina, che rimette i peccati a motivo di Cristo, o che questa fiducia da sola giustifica: sia anatema (DS, 1562)

24_Se qualcuno afferma che la giustizia ricevuta non viene conservata e neanche fatta fruttificare dinanzi a Dio con le buone opere, ma che queste sono solo frutto e segno della giustificazione ottenuta, e non anche causa del suo aumento: sia anatema (DS, 1574)

estraggo invece da qui:

http://www.cprf.co.uk/languages/italian_justificationheartofgospel.html#andgoodworks

in un punto si afferma:

"Nel giudizio finale, la sola base della nostra giustificazione sarà la stessa che è oggi, e cioè, l’obbedienza di Gesù al nostro posto."

Gesù ha obbedito al nostro posto, dice. Noi quindi ci possiamo esimere dall'obbedire.

estraggo ancora:
"E noi passeggiamo verso il giudizio, ora e nell’ultimo giorno, con le nostre buone opere nelle mani, presentando queste opere come azioni dalle quali dovrà dipendere il nostro destino eterno.
Tutto ciò non è terrificante da pensare?
È in questo modo io e voi affronteremo il giudizio finale? Devo forse morire con questo terrificante pensiero nel mio cuore: il mio destino eterno dipende da qualcosa che io ho fatto, dipende da me stesso?  
Non è questo un volgare insulto – l’insulto dell’incredulità che proclama la sua propria giustizia – verso la giustizia perfetta che Dio ha operato in Cristo?"

non si rendono conto e non ammettono che, pur essendo salvi per l'espiazione e la redenzione di Cristo, alla fine anche il nostro agire avrà un peso eterno e sarà giudicato.

Per loro basta la fede e l'abito di giustizia della giustificazione senza alcun cambiamento fattivo della nostra vita, deformati anche dall'idea di cieca predestinazione divina su chi si salva e chi no, che finisce per violare il libero arbitrio della persona.

Dio invece ci lascia scegliere ogni giorno se camminare nella via della salvezza o perderci, e per quanto questo possa dare le vertigini, la nostra responsabilità individuale è enorme. 
Cfr.


_Deuteronomio 30,19

"Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza..."

_cfr. lo stesso discorso di Dio a Caino, in cui riveste un ruolo centrale cosa Caino può liberamente scegliere e cosa fa:

Genesi 4, 6-7

"6 Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? 7 Se agisci bene, non dovrai forse tener alto (il tuo volto)? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». 
(lett. tu PUOI dominarlo)

_Sul ruolo di fede e buone opere
S.Giacomo
2, 14

"Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?

15 Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano 16 e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?

17 Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. 18 Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede. 19 Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano!

20 Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza valore?

21 Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull'altare?

22 Vedi che la fede cooperava con le opere di lui, e che per le opere quella fede divenne perfetta 23 e si compì la Scrittura che dice: E Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia, e fu chiamato amico di Dio. 24 Vedete che l'uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede. 25 Così anche Raab, la meretrice, non venne forse giustificata in base alle opere per aver dato ospitalità agli esploratori e averli rimandati per altra via?

26 Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta."

2 commenti:

  1. https://www.lifesitenews.com/news/watch-bishop-schneider-on-the-greatest-heresy-of-all-times?utm_source=LifePetitions+petition+signers&utm_campaign=91b8f2496e-Catholic_10_2810_28_2016&utm_medium=email&utm_term=0_c5c75ce940-91b8f2496e-397767129

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  2. https://www.lifesitenews.com/news/watch-cardinal-burke-denounces-intercommunion-ahead-of-popes-tribute-to-lut?utm_source=LifePetitions+petition+signers&utm_campaign=91b8f2496e-Catholic_10_2810_28_2016&utm_medium=email&utm_term=0_c5c75ce940-91b8f2496e-397767129

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