Mentre il mondo pare precipitare ogni giorno di più in vortici d'odio e assurdità,
in questi giorni voglio solo ricordare alcune cose.
Che Dio vuole che tutti gli uomini giungano alla conoscenza della Verità (del Vangelo) e che siano salvati nel Nome di Gesù.
Ovviamente...molti saranno i chiamati....
Che con l'Incarnazione, che festeggiamo nel Natale, Dio s'incarna in Cristo,
ma in questo modo ci vuole anche raggiungere nella nostra dimensione, nella nostra storia personale, nella nostra condizione.
Non si può più dire: ma chi è, dov'è, com'è questo Dio, quale sarà il Suo Volto,
perchè tiene la Sua mano lontano da me?
dopo che ha assunto la nostra stessa carne, partecipe della nostra condizione (tranne quella del peccato) e del nostro quotidiano.....
Contro quello che è ormai uno scenario d'odio costante contro il cristianesimo, portato avanti da laicisti, massoni, islamisti, e falsi ecclesiastici,
allego un importante passaggio da "Filotea" di S. Francesco di Sales sulla vera amicizia secondo il mondo cristiano. (che aveva proposto pochi giorni fa la cara amica Maria Guarini)
E' anche quello di seguito il mondo dei valori dello spirito che i liquidatori vogliono distruggere.......
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"Ama tutti, Filotea, con un grande amore di carità, ma lègati con un
rapporto di amicizia soltanto con coloro che possono operare con te uno
scambio di cose virtuose. Più le virtù saranno valide, più l'amicizia
sarà perfetta.
Se lo scambio avviene nel campo delle scienze, la tua amicizia sarà,
senza dubbio, molto lodevole; più ancora se il campo sarà quello delle
virtù, come la prudenza, la discrezione, la fortezza, la giustizia.
Ma se questo scambio avverrà nel campo della carità, della devozione,
della perfezione cristiana, allora sì, che si tratterà di un'amicizia
perfetta. Sarà ottima perché viene da Dio, ottima perché tende a Dio,
ottima perché il suo legame è Dio, ottima perché sarà eterna in Dio.
Ѐ bello poter amare sulla terra come si ama in cielo, e imparare a
volersi bene in questo mondo come faremo eternamente nell'altro. Non
parlo qui del semplice amore di carità, perché quello dobbiamo averlo
per tutti gli uomini; parlo dell'amicizia spirituale, nell'ambito della
quale, due, tre o più persone si scambiano la devozione, gli affetti
spirituali e diventano realmente un solo spirito. A ragione quelle anime
felici possono cantare: Com'è bello e piacevole per i fratelli abitare insieme.
Ed è vero, perché il delizioso balsamo della devozione si effonde da un
cuore all'altro con una comunicazione ininterrotta, di modo che si può
veramente dire che Dio ha effuso la sua benedizione e la sua vita su
simile amicizia per i secoli dei secoli.
Mi sembra che tutte le altre amicizie siano soltanto fantasmi a
confronto di questa e i loro legami anelli di vetro e di giaietto, a
confronto del legame della devozione che è tutta di oro fino.
Non stringere amicizie di altro genere; intendo dire quelle che
dipendono da te. Non devi lasciar cadere, né disprezzare quelle che la
natura e i doveri precedenti ti obbligano a intrattenere: quali quelle
con i parenti, i soci, i benefattori, i vicini e altri; ripeto, mi
riferisco a quelle che tu scegli liberamente di persona.
Può darsi che qualcuno ti dica che non bisogna avere alcun genere di
particolare affetto o amicizia, perché ciò ingombra il cuore, distrae lo
spirito, dà luogo ad invidie; ma si sbagliano. Negli scritti di molti
santi e devoti autori, hanno letto che le amicizie particolari e gli
affetti fuori dell'ordine sono molto dannosi per i religiosi; pensano
che la regola valga per tutti, ma su questo ci sarebbe molto da dire.
Premesso che in un monastero ben ordinato, il progetto comune è di
tendere tutti insieme alla vera devozione, è evidente che non sono
necessari questi scambi particolari, per timore che, mentre si cerca in
particolare ciò che è comune, non si passi dalle particolarità alle
parzialità. Ma per coloro che vivono tra la gente del mondo e
abbracciano la vera virtù, è indispensabile stringere un'alleanza
reciproca con una santa amicizia; infatti appoggiandosi ad essa, ci si
fa coraggio, ci si aiuta, ci si sostiene nel cammino verso il bene.
Coloro che camminano in piano non hanno bisogno di prendersi per mano,
ma coloro che si trovano in un cammino scabroso e scivoloso si
sostengono l'un l'altro per camminare con maggiore sicurezza. I
religiosi non hanno bisogno di amicizie particolari, ma coloro che
vivono nel mondo, sì, per darsi reciprocamente sicurezza e aiuto in
tutti i passaggi pericolosi che devono affrontare. Nel mondo, non tutti
tendono allo stesso fine, non tutti hanno lo stesso spirito; bisogna
dunque riflettere e stringere amicizie secondo i nostri programmi;
questa particolarità crea veramente una parzialità, ma è una santa
parzialità che non crea divisioni se non quella del bene dal male, delle
pecore dalle capre, delle api dai fuchi, che sono separazioni
necessarie.
Ѐ fuor di dubbio, e nessuno si sogna di negarlo, che Nostro Signore
nutrisse un'amicizia più tenera e personale per Giovanni, Lazzaro,
Marta, Maddalena; lo dice la Scrittura. Sappiamo che S. Pietro aveva una
predilezione per Marco e per Santa Petronilla; S. Paolo per S. Timoteo e
S. Tecla. S. Gregorio di Nazianzo si gloria cento volte dell'amicizia
che aveva per S. Basilio e così la descrive: " Si aveva l'impressione
che in noi due ci fosse una sola anima con due corpi. Ѐ vero che non
bisogna prestare fede a coloro che dicono che tutto è in tutto; tuttavia
è vero che tutti e due eravamo in ciascuno e ciascuno nell'altro;
coltivare la virtù e ordinare i programmi della nostra vita alle
speranze future; questo era il modo di uscire da questa terra mortale,
prima di morire ".
S. Agostino dice che S. Ambrogio voleva molto bene a S. Monica, per le
rare virtù che ammirava in lei, ed ella gli voleva bene come a un angelo
di Dio.
Ma ho torto a farti perdere tempo per una cosa così chiara. S.
Girolamo, S. Agostino, S. Gregorio, S. Bernardo e tutti i più grandi
Servi di Dio hanno avuto amicizie personali senza pregiudizio per la
loro perfezione. S. Paolo, rimproverando ai Gentili il disordine morale
della vita, li accusa di essere gente senza affetto, ossia gente
incapace di amicizia. S. Tommaso, come del resto tutti i buoni filosofi,
dice che l'amicizia è una virtù: certamente parla dell'amicizia
personale perché, dice, la vera amicizia non può essere estesa a molte
persone.
La perfezione dunque, non consiste nel non avere amicizie, ma nell'averne una buona, santa e bella."
(San Francesco di Sales, Filotea)