lunedì 10 ottobre 2016

Necessaria disambiguazione sulla figura mediatica creata intorno a San Francesco d'Assisi

"Scherza coi fanti, ma lascia stare i Santi" sosteneva un vecchio proverbio, a quanto pare attualissimo e inascoltato.

E' noto che in tv, sui giornali, al cinema, nell'opinione di massa (ma anche strumentalmente all'interno della Chiesa 2.0) vengono diffuse versioni alquanto rimaneggiate di figure di Santi, strattonati, tirati per la giacchetta, violati e forzati a simboleggiare altro da ciò che sono stati.
Questo perchè l'ideologia vuole annullare, divorare ogni cosa, e tirar fuori tutto dal suo cilindro magico con altre valenze, che fanno comodo al momento. Si chiama manipolazione. 

Il caso più eclatante riguarda ovviamente Nostro Signore Gesù Cristo, che abbiamo sentito nominare spesso come   "il primo socialista della storia",   comoda definizione per travisare completamente il Suo operato terreno ed eterno, annullarne l'Incarnazione divina, tranciare di netto il Suo esser Figlio di Dio, Universorum Rex, seconda Persona della Trinità, Salvatore oggi e Giudice domani, e mettere in ombra i Vangeli.

Ma gli esempi si sprecano. Solo l'altro giorno, S. Petronio, patrono bolognese, vescovo santo di formazione monastica, ma di famiglia e tradizione prefettizia e militare, noto per aver rinforzato le mura della città allargandole e raddoppiandone lo spessore in funzione difensiva anti-invasioni barbariche,  
nei tempi delle anime belle dell'accoglienza ad ogni costo,  si dice che abbia anche lui  "costruito ponti e non muri" , o al limite "portici e non muri", ma sono proprio le mura quelle che ha costruito, rinforzato e ampliato, che piaccia o no:
oggi invece viene fatto divenire a sua volta il paradigma dell'accoglienza agli invasori, del "dialogo" con tutte le false religioni, cose mai accadute, e via falsificando....




(nell'immagine: attribuito a Giotto, S. Francesco riceve le stimmate, datato tra 1295 e il 1299, Basilica Superiore di Assisi, Ciclo di affreschi delle Storie di S. Francesco)

Imponente è anche la mutazione genetica apposta alla figura di San Francesco d'Assisi, tanto che questo post è solo il primo di una serie a questo nutrito fenomeno dedicata. I media, ma anche gran parte della Chiesa recente, nella sua versione più superficiale e ideologizzata dai cattocomunisti e dai modernisti, ce lo presentano come un fricchettone sopravvissuto al '68, ovviamente marxista, uno gnostico-panteista che adora la natura, completamente privo di ogni prospettiva soprannaturale, tanto immerso com'è nel mondo da adorare.
Ovviamente, nella versione paracomunista, è anche lui un profeta del vietato vietare, un profeta dell'amore, ma di quell' "amore" che oltrepassa ed annulla anche i Comandamenti e ogni obbligo o restrizione.

Circola ormai, perchè le falsificazioni vengono "aggiornate", anche la versione del S. Francesco corroborata dalla ereticale teologia della liberazione (pluricondannata, anche se il Boff è amico di omissis), come se della povertà avesse costituito un culto, e pure una versione che ha un retrogusto alla 5 Stelle, di conio sempre massonico gnostico, che interpreterebbe la terra come Gaia (neopaganesimo): vediamo lì un S. Francesco che sogna agriturismi a crescita zero tra pale eoliche, paladino del WWF e di Amnesty, profeta della deindustrializzazione e della riduzione della popolazione sempre più petulante, che tanto disturba Madre Terra.
Un profeta della natura, dunque, che odia le religioni, che vuole eliminare tutte le strutture dell'aldiqua come dell'aldilà, nemico di tutte le istituzioni, un ecologista equo e solidale, nemico della proprietà privata (dei piccoli e medi), che intona odi alla bancarotta e partner del nuovo ordine mondiale: un vero globalista.

Diffidate delle versioni stranianti delle figure di Santi perchè si tratta ormai di modelli decontestualizzati, 
al cui interno viene versato un pot-pourrì ideologico, diverso per ogni stagione, a seconda della bisogna, ma che non ha a che fare nè con la Storia, nè con la loro reale testimonianza.

Allego di seguito un breve di Massimo Viglione, che tenta di riassumere una parte delle infinite (e disgustose) deformazioni applicate alla figura del Santo:

"Scelse di vivere rinunciando a tutto, a ogni forma di proprietà personale. Ma lo scelse solo per se stesso e per chi liberamente voleva seguirlo. Non lo impose agli altri.

Scelse di vivere in perfetta pace. Ma mai criticò la necessità sociale della guerra giusta, a partire dalle crociate.

Scelse di andare a parlare con il sultano. Ma non per "dialogare". Bensì per convertirlo, per tentare di salvargli l'anima e salvare l'anima di decine di milioni di persone.

Scelse di amare gli animali. Ma mai insegnò ad alcuno che vi sia una sorta di uguaglianza ontologica con gli uomini o perfino con il mondo vegetale e inanimato. Mai fu panteista, ma sempre caritatevole nella consapevolezza dell'ordine del creato voluto da Dio. 

Scelse di dare con la sua stessa vita quotidiana l'esempio di come poter riformare il clero corrotto del tempo. Dimostrò loro che era possibile vivere il Vangelo. Ma mai si ribellò alla Chiesa, ai vescovi, ai sacerdoti. Anzi, insegnò sempre il massimo rispetto e amore che si deve a un sacerdote di Cristo, perfino anteponendolo agli angeli stessi, se il sacerdote è degno del suo ruolo.

Francesco fu insomma riformatore, mai eretico e ribelle. Amava gli animali, ma mai animalista. Pacifico vero, ma mai pacifista. Missionario, ma mai ecumenista. Povero, ma mai comunista.

Fu "alter Christus", non ideologo o rivoluzionario.

Non fu insomma "Francesco d'Assisi". Fu san Francesco d'Assisi.

Niente di più facile da capire e niente di più difficile da far accettare oggi. Non v'è santo o personaggio storico più mistificato di lui, per opera anzitutto di molti dei suoi figli e del clero odierno.

Questo invece fu il Patrono d'Italia. Il santo più simile a Cristo mai esistito. E questo, e solo questo, è per noi san Francesco. E per questo il nostro cuore è con lui ad Assisi, pur nell'incommensurabile incapacità personale di poter solo sfiorare l'unghia del piede della sua santità, coerenza, capacità di penitenza e di amare Dio e il prossimo. (Massimo Viglione)

 (seguiranno altre riflessioni)

1 commento:

  1. Molto interessante questo ciclo demanipolatorio, Josh. Riguardo alla costante trasformazione di San Francesco in frichettone/pacifista/pacione un pò allucinato, se n'era appunto accennato pochi giorni or sono. Bene approfondire, aggiungere contributi, come ad esempio quello del prof Viglione (di cui sono una grande estimatrice), parlarne e rifletterci sopra. Mai abbastanza.

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