martedì 4 ottobre 2016

4 Ottobre: San Petronio



Busto di San Petronio, dalla Loggia della Mercanzia, ora nel Museo medievale di Bologna, lavoro di Pierpaolo dalle Masegne.



Mentre il 4 Ottobre si festeggia S. Francesco, la Chiesa bolognese ricorda S. Petronio, Patrono della città, che guidò la Diocesi dal 430 al 450 circa.
L'Etimologia del nome Petronio suggerisce un luogo pietroso, dal latino.

Nel Martirologio Romano è detto:

A Bologna, san Petronio, vescovo, che, rinunciando dall’autorità di questo mondo, ascese al ministero sacerdotale e dispensò nei suoi scritti e con il suo esempio insegnamenti riguardo ai doveri dei vescovi.


(sopra: busto di S. Petronio, Pierpaolo dalle Masegne, Loggia della Mercanzia, ora presso il Museo medievale)

Secondo l'Elenco Renano, è stato l'ottavo vescovo di Bologna. Apparteneva a una famiglia di alto lignaggio, probabilmente di ruolo prefettizio, e coltivò fin dalla giovinezza studi monastici. Infatti presto abbandonò l'idea di carriera politica e amministrativa che gli sarebbe spettata per uso familiare, e intraprese il sacerdozio che più tardi lo condusse alla dignità episcopale.

Risale proprio al 4 Ottobre 1141 il ritrovamento delle sue spoglie, da parte del vescovo Enrico e dei monaci benedettini di S. Stefano. Ci sono varie versioni della sua vicenda, tra cui quella che lo crede di origine greca, cognato dell'imperatore Teodosio II, ed esattore d'imposte per l'impero. Inviato a Roma da papa Celestino I per la disputa su un'eresia, fu scelto poi dal papa come vescovo per Bologna, in seguito a un suggerimento in sogno da parte di S. Pietro. Giunto a Bologna, Petronio la trova in rovina per via delle invasioni barbariche. Viene dato inizio così alla ricostruzione della città e all'ampliamento del complesso di Santo Stefano.

Nelle versioni successive, si narra anche di un suo viaggio a Gerusalemme, dove avrebbe recuperato reliquie, ritrovate effettivamente nella sua sepoltura, e avrebbe ottenuto da Teodosio II permessi e benefici per la città. Tra questi si ricordano l'ampliamento della cinta muraria, la garanzia di autonomia civica, che fu uno dei caratteri distintivi bolognesi anche nella storia successiva, la protezione contro tirannie straniere, la concessione dello Studium, l'Università, maggiore istituzione della Bologna medievale, tutti eventi che si realizzarono in quell'epoca per suo merito.



(Francesco del Cossa, particolare da S. Petronio col modello della città in mano, Pinacoteca di Bologna)

La vicenda di S. Petronio in realtà è fortemente intrecciata con i tremendi avvenimenti del V secolo, caratterizzato nella storia d'Italia per rovine, lutti e sconvolgimenti creati dalle invasioni barbariche.
L'opera del Santo, come di moltissimi altri Vescovi, in quell'epoca fu particolarmente provvidenziale, data la necessità di ogni cosa. Le città durante la crisi dell'Impero rimasero prive di ogni appoggio e preda di varie scorrerie; i vescovi restarono a lungo unica autorità di riferimento, a difesa del bene spirituale ma anche materiale, amministrativo delle comunità più vessate dalla nuova terribile situazione storica.

Anche seguendo la tradizione che afferma che fosse nato in Spagna, e che là come il padre fosse Prefetto del pretorio, prima di venire in Italia, di fatto Petronio, come molti altri Vescovi del tempo, proveniva da un ambito di pubblica amministrazione, probabilmente funzionario e sicuramente figlio di funzionario.
Bologna era allora diocesi legata a Milano, quindi i Vescovi milanesi vi facevano spesso sosta. Uno fu Sant'Ambrogio, che a Bologna consacrò diverse chiese, tra le quali quella dei Santi Martiri Vitale e Agricola.
Oltre a questa, il Vescovo Petronio costruì altri edifici sacri, dando il via al mirabile complesso de "Le Sette Chiese".  Ancora, San Petronio fece costruire, intorno alle Sette Chiese, un intero quartiere a immagine di Gerusalemme e dei suoi santuari, per meglio proporre al popolo il culto dei Santi e la devozione per i sacri misteri, attraverso una sorta di via simbolica.

Prima delle chiese, San Petronio aveva ricostruito le case dei bolognesi. E intorno, risulta da tutte le tradizioni, aveva allargato e rinforzato la cerchia delle mura cittadine. 

Il suo fu dunque un ministerio sollecito del bene spirituale e materiale dei fedeli quanto della sicurezza militare.

Aveva costruito muri, costruito mura, rinforzato mura per la difesa.
Quindi per certi "pensatori" d'oggi, parte della gerarchia compresa, non era nemmeno cristiano, perchè per esserlo nel mondo alla rovescia di oggi, bisogna "costruire ponti e non muri" e accogliere l'invasore, specie se di altra fede e sanguinario, senza limite e senza confine e a qualunque costo; ma piuttosto che soccombere e far soccombere cittadini, fede e civiltà, S. Petronio aveva costruito MURI e non PONTI.

Chissà se è più chiaro ora a chi è scismatico dalla propria stessa Tradizione e radice. Ma oggi il mondialismo impera.


A metà del XIII secolo (presumibilmente nel 1253) il Comune di Bologna decise di elevare Petronio alla dignità di principale Patrono della città (in sostituzione di San Pietro, che incarnava anche il potere temporale dei papi).
Nel 1388 decise di innalzare in Piazza Maggiore la grande Basilica a lui intitolata (la costruzione iniziò nel 1390 su progetto dell'architetto Antonio di Vincenzo). Qui fu traslato il capo del Santo per volere di papa Benedetto XIV (il bolognese Prospero Lambertini). Nel 2000 anche il resto del corpo del patrono è traslato in San Petronio.


Circolano parecchie versioni dell'intricata vicenda sulla costruzione dell'imponente Basilica incompiuta.
In breve, in questa pagina, un tentativo di riportare chiarezza su alcuni detti alquanto diffusi.
Serena Festa del Patrono!

3 commenti:

  1. Grazie Josh! Una preghiera al patrono di tutti i bolognesi, la cui statua, tra l'altro, pochi mesi fa, è stata oltraggiata con la scritta "allah akbar", tanto per ricordarci i tempi scellerati in cui viviamo. Buona festa a tutti!

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  2. quella notizia nefasta l'avevamo segnalata anche qui:

    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/06/sfregiata-la-statua-di-s-petronio.html

    Provando a voltare pagina, la stessa figura di S. Petronio, con la sua personalità decisa e che ha operato in più ambiti, potrebbe fornire suggerimenti anche oggi davanti al pericolo.
    Non a caso fortificò anche le mura, spirituali ed edili, come baluardo contro le scorrerie barbariche dopo la caduta dell'Impero, e quindi contro la perdita della difesa degli eserciti ai confini.
    Chi può capire, capisca!

    Per questo, il Patrono pare corrispondere a quel carattere così ben descritto per es. dal profeta Isaia di "Riparatore di brecce" (Is., 58, 12)

    "La tua gente riedificherà le antiche rovine,
    ricostruirai le fondamenta di epoche lontane.
    Ti chiameranno riparatore di brecce,
    restauratore di case in rovina per abitarvi."

    Ce ne sarebbe da imparare da San Petronio.

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  3. dal programma bolognese:

    "ore 14.30 Piazza Maggiore - spettacolo teatrale «Il violino del Titanic» della compagnia «Cantieri Meticci» incentrato sul tema della povertà, con la partecipazione di diverse associazioni di migranti."

    il Titanic? come qualcosa che va a fondo, non ci si prova nemmeno ormai a...

    C'è stato poi alla fine il...concerto dei Nomadi.
    E prima i paracadutisti in piazza. Di nuovo "costruire ponti e non muri".
    Chissà che c'entrava col povero S. Petronio e con la sua eredità?

    Nomadi intesi non i Rom o simili, ma la band per cui Guccini ha scritto "Dio è morto".

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