(nell'immagine, Eugenio Montale con "l'upupa"; il rapporto col mondo naturale trasfigurato compare spesso nelle sue poesie)
Teilhard de Chardin suscitò (anche) da parte di Eugenio Montale critiche dai toni beffardi che si trovano disseminate sia nella sua produzione pubblicistica sia nell'opera poetica più tarda.
Sottolineate dal consueto giudizio penetrante e dalla capacità di concentrazione di molteplici concetti in una tela di taglienti e rarefatte parole.
in Satura, 39:
A UN GESUITA MODERNO
Paleontologo e prete, ad abundantiam
uomo di mondo, se vuoi farci credere
che un sentore di noi si stacchi dalla crosta
di quaggiù, meno crosta che paniccia,
per allogarsi poi nella noosfera
che avvolge le altre sfere o è in condominio
e sta nel tempo (!),
ti dirò che la pelle mi si aggriccia
quando ti ascolto.
(...)
(Pierre Teilhard de Chardin)
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Per chi vuole approfondire,
Consigliamo
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dalla Casa Editrice Effedieffe, l'ottimo testo di
Mons. Pier Carlo Landucci, "Pierre Teilhard de Chardin: Aberrazioni ideologiche e dottrinali".
Un breve estratto:
«Tale aberrazione ideologica è tanto più sorprendente se si considera la maturità intellettuale, anche filosofica e teologica, che il Teilhard avrebbe dovuto attingere dai suoi antecedenti regolari studi di ottimo religioso. Non lo scusa d’altra parte la sua volontà costantemente ripetuta di restare sul piano puramente fisico e fenomenico, perché tali sue concezioni esorbitano invece nettamente da tale piano. Non lo scusa la voluta originalità, novità e oscurità delle espressioni, perché nel suo insieme il pensiero purtroppo apparisce chiaro. Non lo scusa infine il desiderio di gettare un ponte al materialismo moderno, perché non è ammissibile di fondarlo sull’errore. Il mio studio abbastanza curato mi ha condotto a rilevare quanto radicale distacco vi sia tra quella lirica religiosa che affascina, e le tesi obiettive che distruggono, in sostanza, la verità cattolica e i punti essenziali stessi del Dio personale e di Gesù storico».
Ammetto la mia totale ignoranza sul personaggio, ma da queste note, qualcosa intuisco...e mi riporta ai nostri chiari di luna...
RispondiEliminaTeilhard de Chardin era un gesuita postmoderno, come lo furono Rahner, Panikkar e altri ideologi del postconcilio, in parte condannati, ma mai abbastanza per la loro eterodossia.
RispondiEliminaCondannati in parte ma mai troppo, dal momento che sono sempre presenti e di loro concetti e visioni ne spuntano qua e là in troppi documenti, da 50 anni a questa parte.
Di Costui c'è ampia presenza anche nella recente "Laudato si'".