martedì 1 novembre 2016

Impressioni dall'Apocalisse

Nelle intenzioni che cullavo fino ad un paio di giorni fa, questo post avrebbe dovuto riguardare il racconto di un'edificante e fortificante giornata trascorsa al pellegrinaggio Summorum Pontificum a Roma.
 E invece, purtroppo, gli eventi cui ho assistito o di cui ho avuto notizia nel giro di poco più di 24 ore mi hanno brutalmente scaraventata giù dal mio pero ed ora mi ritrovo qui a raccontare una realtà ben diversa dalle soavi fantasie che popolavano la mia mente.
Andiamo con ordine.

E' prima dell'alba di sabato mattina; mi fiondo giù dal letto che sto ancora sognando e raggiungo in poco meno di un quarto d'ora ( non ho idea di come abbia fatto!) la mia amica che mi aspetta in strada. Autobus, colazione in un bar (una fetta di torta di mele casereccia che nell'impasto ha tutta la dolcezza e la sapienza delle mani di una nonna) e di volata verso la stazione, dove c'è un altro amico ed il treno che, mentre il cielo ritrova i colori dell'alba, ci porta velocemente verso la città eterna.
Siamo felici e grati, perché sappiamo che ci aspetta un angolo di Paradiso che già pregustiamo.

Sono le 10 circa quando entriamo nella basilica di San Lorenzo in Damaso, dove si sta svolgendo l'adorazione eucaristica. Dentro, l'atmosfera è semplicemente, genuinamente, secolarmente cattolica. Riesco anche a confessarmi in extremis da un sacerdote francese che mi fa un discorsetto che lì per lì non comprendo, nel senso che non capisco cosa c'entri con quanto gli avevo detto. Capirò e ringrazierò di cuore neppure 24 ore dopo, non senza la solita meraviglia che mi prende davanti ai piccoli, grandi indizi della Sua provvidenziale presenza.



Mezz'ora più tardi ha inizio la processione che ci porterà, percorrendo le strade di Roma, fino alla basilica di San Pietro per la S Messa pontificale celebrata da Mons. Sample, Arcivescovo di Portland, in Oregon. Ci disponiamo in fila per quattro, ci vengono distribuiti dei sussidi per i canti e partiamo. Sono contenta. Non mi capita spesso ( a dire la verità, mai) di poter rendere lode, pregare, cantare, invocare Nostro Signore pubblicamente, per le strade di una città, nella lingua e nelle melodie che hanno inanellato i millenni della nostra storia, identici per tutte le innumerevoli generazioni che ci hanno preceduto e per i presenti, americani, francesi, tedeschi, italiani o di qualsiasi nazionalità fossimo stati. Tutto l'orbe riassunto in quelle persone di ogni età, dai pochi mesi agli ottuagenari, laici, religiosi ( sacerdoti diocesani, frati e suore Francescani dell'Immacolata, monaci benedettini, per citarne alcuni) che una voce et uno ore  seguono gioiosamente e con sano orgoglio la croce di Cristo, portata alta e salda, in apertura del corteo che si dipana come un unico corpo attraverso le vie, sotto gli sguardi incuriositi dei turisti, degli abitanti, dei negozianti, i cui occhi non sono abituati a vedere sacerdoti vestiti da preti o donne con il velo muliebre ed i cui orecchi non riconoscono le litanie e le orazioni (addirittura in latino!).

Ora ci incamminiamo lungo una strada trafficata. I vigili bloccano il traffico per permetterci di passare. Siamo qualche migliaio, e quindi impieghiamo forse una decina di minuti per liberare la carreggiata. Troppi. Decisamente fastidiosi, zavorra inutile, incomprensibili bacherozzi, con quell'obsoleto crocifisso come vessillo e quelle ridicole sottane svolazzanti. Siamo cristiani. Cattolici vecchio stile. E, benché qualcuno gridi al "fondamentalista" che alberga in qualsivoglia religione, violento ed aggressivo per definizione, nella coscienza comune, in verità, è assodato che un cristiano non reagisce poi più di tanto nè viene realmente difeso da chi di dovere, anche se gli sgozzi un prete, per esempio. E così, con i cristiani ci si può permettere quello che non ci si permetterebbe mai, che so, con i kompagni, che paralizzano il traffico per ore per rivendicare i sacrosanti diritti delle zanzare e spesso e volentieri mettono a ferro e fuoco la città modello Lanzichenecchi. Allora, prima il canto viene sopraffatto dai clacson che cominciano a suonare all'impazzata, istericamente; poi, qualcuno comincia a scendere da macchine e scooter e si dirige con fare minaccioso verso di noi, urlandoci improperi e maledicendoci perché siamo in mezzo ai cosiddetti, mentre il concerto dei clacson prosegue. Intervengono i vigili, che si avvicinano ai cari concittadini che sbracciano ed urlano come forsennati, provando inutilmente a calmarli. A questo punto la mia cronaca di ordinaria barbarie si interrompe, perché, letteralmente basita da tanta violenza ed aggressività, capisco che devo smettere di guardare, o rischio di litigare e farmi male, e non sono andata fino a Roma per quello. Giro lo sguardo, mi concentro sulla preghiera, ma una strisciante sensazione di vago sgomento si è già insinuata nel mio animo.

Svariati insulti ed imprecazioni dopo, giungiamo in piazza San Pietro. Una vertigine di piacere. Magnifica, bianca, luminosa come la Verità ed accogliente come una madre dalle braccia aperte. Gli apostoli giganteggiano rassicuranti sulla facciata della basilica, la cupola maestosa sovrasta le nostre microscopiche finitudini e l'obelisco ci ricorda che la Chiesa sa proteggersi e proteggere i suoi figli. Il sole splende alto nel cielo.
E' mezzogiorno quando entriamo, intonando il Credo con tutta la nostra voce ed una grande emozione nel cuore. L'interno è di una bellezza assoluta, perfetta, da lasciare senza fiato. Mi guardo attorno come una bambina accompagnata per la prima volta in un parco giochi: i miei occhi sono avidi di vedere, e più osservano più diventano avidi, mai paghi, mai sazi.


La Santa Messa comincia. L'assaggio di Paradiso arriva, ed è sublime. Ritrovo la Chiesa, quella di sempre, l'unica, vera, e ringrazio Dio con tutto il cuore per avermi concesso di essere presente a tanta ineffabilità. Ad un tratto, alla mia destra, sento
ridacchiare e confabulare sommessamente. Gli uscieri di fianco a noi. Smetteranno subito, penso, anima candida. Macchè! Continuano per svariati minuti, hanno l'aria di divertirsi come pazzi, così dopo un pò io non ce la faccio più e gli chiedo di piantarla. Mi guardano come bambini colti con le mani nella marmellata e finalmente si tacciono. Bene. Ma la strisciante sensazione di prima torna a fare capolino. Come è possibile? Sono nel luogo più rappresentativo del cattolicesimo e devo chiedere ai dipendenti del Vaticano di fare silenzio durante il sacrificio della Messa? Inghiotto amaro e sconcerto e torno a godermi il mio spiraglio di Cielo.
 Finita la celebrazione, alcuni pellegrini, invece di scattare verso l'uscita sfiniti da due ore di liturgia, si attardano a pregare, inginocchiati alla balaustra davanti alla colomba fiammeggiante dello Spirito Santo. Un nuovo usciere, forse colto in contropiede da tanta devozione, spazientito, a voce alta e con un tono da oste che vuole chiudere il locale, grugnisce, letteralmente:
" Aoh, il tempo per meditare è scaduto!!! Adesso fuori!!!".
 La sensazione di cui sopra e sopra ancora, a questo punto, è diventata un fiume di rabbia ed indignazione che mi ribolle dentro, e di nuovo la povera, ingenua domanda mi gira nella mente: come è possibile?

Ore 16 e 20. Sul treno che ci riporta a casa. Mi arriva un messaggio da un amico. L'ennesima epurazione, l'ennesima picconata. Il cardinal  Sarah è stato rimosso, non è più prefetto della Congregazione per il culto divino. Comunico la notizia ai miei compagni di viaggio e tutti mastichiamo amaro; il fatto che nessuno di noi ormai da tempo nutra grandi illusioni sulla gestione attuale della barca di Pietro, non mette al riparo dal dispiacere e dal peso di dover sopportare un pugno dietro l'altro a tempo indeterminato.
Cerchiamo di farci coraggio, in fondo noi ci siamo, le tenebre non dureranno per sempre, le persecuzioni passano, Lui è il Re, e non abbandonerà la Sua Sposa nelle mani dei lupi travestiti da pastori. La giornata appena trascorsa è lì a testimoniarlo inequivocabilmente, quindi coraggio, sursum corda, andiamo avanti saldi nella fede.

A casa, stanchissima, mi addormento quasi subito come un sassolino.
 Il mattino seguente è ancora presto quando apro gli occhi. Mi trascino in cucina e, guardando l'orologio appeso alla parete, mi sovviene che devo portarlo indietro di un'ora. Non avendo uno smartphone che vive di vita propria e non sbaglia mai, accendo la radio per carpire l'ora esatta.
 Quello che sento non è vero, no, non può essere, proviene sicuramente da un altro pianeta, non parla dell'Italia, di Norcia, della basilica di San Benedetto; ma certo, sto ancora dormendo probabilmente.  Calma. Ci sono i computer, internet, che in un attimo ti connettono con l'universo ed in tempo reale sai quanti cardellini stanno spiccando il volo in quel preciso istante da polo a polo. Accendo. E vedo questo:
                                                                                                                                                                                          
                                     
 Cado in ginocchio come i cari monaci benedettini di Norcia, le suorine, i fedeli che implorano davanti alla statua del santo di fronte alla basilica crollata. Un dolore acuto e sordo, carne strappata dalle viscere, lamento infinito, Dio mio, miserere nobis.  E' crollata l' Europa. A Norcia, luogo natale del patrono di questo disgraziato continente, non c'è più una chiesa in piedi. Le parole sono finite. La realtà è un grido disperato che sale verso quel Cielo che si credeva aver scalato e fatto scendere sulla terra, a nostra immagine, novelli dei pasticcioni e presuntuosi.
Mentre piango la crudeltà di quelle macerie, capisco che i barbari romani che gridano contro ai pellegrini ed al Crocifisso, gli uscieri vaticani che si comportano come fossero all'osteria, il coraggioso cardinale figlio dell'Africa che esorta a tornare a rivolgersi ad Oriente silurato, altro non sono che alcune manifestazioni di una medesima metastasi che porta dritti dritti ad una morte atroce. Si incrociano nella mia mente, come lampi vorticosi, le profezie della Beata Emmerich, La Salette, Fatima; e mi sovviene che oggi, 31 ottobre, non più vigilia di Ognissanti, ma festa di Halloween, colui che siede sul soglio petrino è in Svezia, di fatto a cercare luciferinamente di porre in secondo, quando non in terzo o quarto piano, la Presenza reale. Il cuore pulsante, appunto, ferito, tradito, abbandonato.
 E' allora, nell'abominio della desolazione, che si fanno strada, assumendo una vividezza ed una pregnanza sconcertante, le parole del sacerdote francese sussurratemi nella penombra del confessionale. Parole semplici, antiche e sante, che, in definitiva, a questo esortano: coltivare, custodire e tramandare il seme, abitare il monastero che vive dentro l'anima, nutrirsi dei sacramenti, crescere nella fede nel Signore Gesù e lì rimanere abbarbiccati ed avvinghiati, nonostante tutto e tutti. Stat Crux dum volvitur orbis.
La risposta. Solo da qui si può e si deve ripartire, sulle orme del nostro padre Benedetto. La cui statua è ancora in piedi.
    


7 commenti:

  1. cara Lucia, il racconto è avvincente anche se in parte triste.
    Sono giorni, è un intero periodo, di prova per molte persone.
    Bisogna perseverare.
    Bisogna gettare il cuore oltre i fatti percepiti perchè il tipo di speranza per il domani che ci è chiesto, e di certezza da riporre in Dio, va oltre le circostanze contingenti.

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  2. cito dal post

    "abitare il monastero che vive dentro l'anima, nutrirsi dei sacramenti, crescere nella fede nel Signore Gesù e lì rimanere abbarbiccati ed avvinghiati, nonostante tutto e tutti. Stat Crux dum volvitur orbis."

    è una grande verità, certamente difficile da applicare talvolta.

    qui le parole di Massimo Viglione, che so tu comprendi in modo particolare

    "In un mondo completamente impazzito, a partire ovviamente dai vertici religiosi e politici di una società marcia e putrescente, forse è giunto il momento di guardare al passato, alla nostra società quando era fiorente e viva: cosa avrebbero fatto i nostri antenati a questo punto? E' difficile intuirlo? Non credo.
    Ecco, questo dovremmo fare noi, io per primo, tutti, nessuno escluso,
    Dov'è il Santissimo Sacramento portato per le strade con folla di popolo dietro orante? Dov'è la processione con la Madonna Ss.ma?
    Dove sono i sacerdoti?
    Quando fu bombardato San Lorenzo a Roma nel 1943, il cattivissimo Pio XII, ultimo epigono della "Chiesa costantiniana", corse subito tra la gente del quartiere...
    La Basilica di San Benedetto a Norcia è distrutta. A Norcia è nato il patrono d'Europa, e Norcia è il simbolo della civiltà cristiana medievale, della rinascita dalle ceneri della caduta dell'Impero Romano. Oggi Norcia è in cenere. Solo io vi vedo un tragico simbolismo?
    La nostra preghiera va a tutti coloro che sono senza casa, senza più nulla, o addirittura hanno morti e feriti. Il cuore dell'Italia profonda è ferito. La culla simbolica del nostro mondo devastata. Oggi è il momento di sentirsi italiani. Veri.
    Ecco i giorni di stringerci spiritualmente e, per quanto possibile, materialmente. Ora bisogna tenere duro e avere grande fede e speranza. Ovviamente nella preghiera costante. E nell'abbandono alla Divina Provvidenza. Sta a noi prendere un sacerdote e fargli esporre il Ss.mo Sacramento, prenderne un altro, e fargli pregare il rosario per il bene di tutti e d'Italia. Sacerdoti buoni esistono ancora. Sono quelli che non pensano a colui che ha cancellato l'Eucarestia, bestemmiato la Madre di Dio e annientato il sacerdozio, ma pregano Cristo Eucarestia e sua Madre."
    (Massimo Viglione)

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    1. Grazie Josh per questo inserto del bravissimo prof. Viglione. Hai ragione, queste parole risuonano molto familiari dentro la mia mente. Uniti, nella preghiera e combattendo nel nostro piccolo la buona battaglia, non crolleremo.

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  3. possono sembrare parole dure, ma Dio o in altri passaggi Gesù le hanno dette, perciò contempliamole lo stesso:

    Atti 7, 49
    "Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello de' miei piedi. Qual casa mi edificherete voi? dice il Signore; o qual sarà il luogo del mio riposo?"

    1Corinzi 6,19
    "O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?"

    Matteo 24
    "1 Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2 Gesù disse loro: «Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata».

    Si dice insieme che la "figura di questo mondo passa" (1 Corinzi 7,31), che i templi possono crollare ma non dobbiamo crollare noi, che il vero Tempio di Dio siamo noi, tempio dello Spirito Santo.

    L'immagine della Chiesa di San Benedetto devastata, come ha notato un commentatore sulla pagina facebook di Antonio Socci, è quella della Chiesa Cattolica di oggi; devastata dalle picconate inferte in cinquant'anni da alcuni papi e "movimenti": la facciata è ancora in piedi, dietro solo cumuli di macerie.

    Ma le fondamenta, che sono divinamente piantate, restano intatte, ed il Signore rialzerà le sue mura, quando verrà l'ora. Sursum corda!

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  4. nel silenzio generale di chi dovrebbe parlare e non lo fa, fa riflettere la seguente dichiarazione di don Pierpaolo Maria Petrucci - Superiore del distretto italiano della Fraternità San Pio X - sullo scandalo di Lund:

    "Domenica 30 ottobre una e­levata scossa di terremoto distruggeva la ­basilica edificata a ­Norcia sulla casa nat­ale di San Benedetto,­ lasciandone in piedi­ soltanto la facciata­.

    Le foto che manifesta­no questo triste even­to sono emblematiche ­e simboliche di un’Eu­ropa cristiana, di cu­i S. Benedetto è il p­atrono, ma che rin­nega le sue radici.

    Lo s­ono ancora di più di ­una chiesa che si sta­ svuotando dei suoi contenuti, nascondendo­ le macerie dietro un­’apparenza mediatica ­che non può ingannare­ chi ama­ la Sposa di Cristo e ne conosce la dottrin­a e la storia.

    La visita di Papa Fra­ncesco in Svezia per ­commemorare il 500° a­nniversario della riv­olta di Lutero che ca­usò con i suoi errori­ la perdita di miglia­ia di anime e provocò­ guerre che misero pe­r anni l’Europa a fer­ro e fuoco ne è un’u­ltima lampante confer­ma.

    Come si può affermare­ di essere “­profondamente grati p­er i doni spirituali ­e teologici ricevuti ­attraverso la Riforma­”, ringraziando Dio per questo, come è avvenuto nella liturgia ecumenica di Lund?

    Come si può dire ­che “luterani e catto­lici hanno ferito l’u­nità visibile della C­hiesa” senza tradire ­la prop­ria fede?­

    Ringraziare Dio per la diffusione dell'eresia equivale ad attribuire a Dio stesso il male, con atto propriamente blasfemo.

    Di fronte a questo en­nesimo scandalo non s­i può tacere, sopratu­tto se si ha un ruolo­ di spicco nella gera­rchia ecclesiastica, ­perché chi tace accon­sente e si fa complic­e."

    ( http://www.sanpiox.it/articoli/crisi-nella-chiesa/1886-un-ennesimo-scandalo-di-fronte-al-quale-non-si-puo-tacere )

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  5. Anche l'abbé Christian Bouchacourt, Superiore del Distretto di Francia della Fraternità San Pio X, è oggi intervenuto per denunciare lo scandalo avvenuto a Lund, con il seguente comunicato:

    “ Leggendo la dichiarazione congiunta che il Papa ha fatto con i rappresentanti della Chiesa luterana in Svezia il 31 ottobre in occasione del quinto centenario della rivolta di Lutero contro la Chiesa cattolica, il nostro dolore è al culmine.
    In presenza del vero scandalo che rappresenta una tale dichiarazione in cui si susseguono errori storici, gravi attacchi contro la predicazione della fede cattolica ed un falso umanesimo fonte di tanti mali, non possiamo rimanere in silenzio.
    Sotto il falso pretesto di amore per il prossimo e il desiderio di un'unità artificiale e illusoria, la fede cattolica è sacrificata sull'altare dell'ecumenismo che mette in pericolo la salvezza delle anime.
    Gli errori più enormi e la verità di Nostro Signore Gesù Cristo sono messi sullo stesso piano.
    Come "possiamo essere grati per i doni spirituali e teologici ricevuti attraverso la Riforma", mentre Lutero ha manifestato un odio diabolico contro il Sommo Pontefice, un disprezzo blasfemo verso il Santo Sacrificio della Messa ed un rifiuto della grazia salvifica di Nostro Signore Gesù Cristo ?
    Egli ha anche distrutto la dottrina eucaristica rifiutando la transustanziazione, ha allontanato le anime dalla Ss.ma Vergine Maria e ha negato l'esistenza del Purgatorio.
    No, il protestantesimo non ha apportato nulla al cattolicesimo! Ha distrutto l'unità della cristianità, ha separato intere nazioni dalla Chiesa cattolica, ha immerso le anime nell'errore mettendo in pericolo la loro salvezza eterna.

    Noi cattolici vogliamo che i protestanti ritornino all'unico ovile di Cristo che è la Chiesa cattolica, e preghiamo per questa intenzione.

    In questi giorni in cui celebriamo tutti i Santi, ci appelliamo a San Pio V , a San Carlo Borromeo , a Sant'Ignazio ed a San Pietro Canisio che hanno combattuto eroicamente l'eresia protestante e salvato la Chiesa cattolica.

    Invitiamo i fedeli del Distretto di Francia a pregare e a fare penitenza per il Sommo Pontefice affinché Nostro Signore, di cui egli è il Vicario, lo preservi dall'errore e lo custodisca nella verità di cui egli è il custode.

    Invito i sacerdoti del Distretto a celebrare una Messa di riparazione e ad organizzare un'Ora Santa davanti al Santissimo Sacramento per chiedere perdono per questi scandali e per supplicare Nostro Signore di calmare la tempesta che scuote la Chiesa da più di mezzo secolo.
    Madre di Dio, Aiuto dei Cristiani, salva la Chiesa Cattolica e prega per noi! ”

    Suresnes, 2 novembre 2016, Commemorazione di tutti i fedeli defunti

    (http://laportelatine.org/district/france/bo/bouchacourt2016/bouchacourt_161102_pape_luther.php)

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