lunedì 7 novembre 2016
Chesterton su Lutero
"Martin Lutero venne fuori dalla sua cella nel giorno della rovina e della tempesta, e gridò con voce nuova e forte in favore di una religione elementare ed emotiva, e per la distruzione di tutte le filosofie. Aveva particolare orrore e ripugnanza per le grandi filosofie greche, e per la Scolastica che su quelle filosofie era stata fondata. Aveva una sola teoria: la distruzione di tutte le teorie. Aveva una sua teologia: la morte della teologia.
L'uomo non poteva chiedere nulla a Dio, nulla avere da Dio, nulla dire su Dio, eccetto un inarticolato grido di pietà e la richiesta dell'aiuto soprannaturale di Cristo, in un mondo dove tutte le cose naturali erano inutili. Inutile la ragione, inutile la volontà. L'uomo non poteva muoversi di un pollice, non più di una pietra. L'uomo non poteva fidarsi di ciò che aveva nella testa, non più di una rapa. Nulla rimaneva in cielo o sulla terra, eccetto il nome di Cristo sollevato in una solitaria imprecazione, orribile come il grido di una bestia in pena.
Tuttavia, non sarebbe inesatto dire che Lutero aprì un'epoca, e cominciò il mondo moderno."
G.K. Chesterton
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento