sabato 28 gennaio 2017

Forza Madonnina di San Luca, olè!

Lo stadio Dall'Ara ed, in cima al colle, il santuario di San Luca
Lo stadio Dall'Ara di Bologna, edificato negli anni Venti con il nome di Littorale, sorge ai piedi del colle della Guardia, dove svetta il santuario della Madonna di San Luca, la cui icona protegge e veglia sulla città da secoli, specie dopo quello che viene ricordato come il "miracolo della pioggia".

Brevemente, per  chi non conosce la storia:
correva l'anno 1433, era vescovo il beato Niccolò Albergati, ed una pioggia incessante minacciava i campi. Per scongiurare una funesta e temibile carestia, su iniziativa del giureconsulto Graziolo Accarisi, si fece scendere l'icona della Madonna con il Bambino dal colle, portandola in solenne processione per le strade della città. Dopo qualche giorno, le pubbliche suppliche ottennero la Grazia impetrata: la pioggia cessò ed i raccolti furono salvi. Da allora, ogni anno, per voto cittadino, l'iniziativa viene ripetuta, con copiosa partecipazione di popolo e delle autorità civili.

Nonostante questi nostri tempi ed il brodo di coltura emiliano, mirabilmente resiste una sentita, profonda, diffusa e generalizzata devozione per la Madonna di San Luca da parte dei bolognesi. Tutti, prima o poi, anche gli ateacci e gli anticlericali più incalliti, sollevano uno sguardo furtivo (ben attenti a che nessuno li osservi) verso il santuario.
Parve, quindi, del tutto consono e naturale denominare la parte del costruendo stadio che lambisce la strada che porta al santuario "Curva San Luca" e mai nessuno, kompagni o diversamente religiosi compresi, hanno avuto nulla da eccepire.

Arpad Weisz
Questo fino a poco fa, quando ai novatori della giunta comunale guidata dal sindaco Virginio Merola è venuta la bella idea di intitolare la curva San Luca all'ungherese Arpad Weisz, giocatore ed allenatore che portò la squadra del Bologna a vincere due scudetti e che morì nel 1944 ad Auschwitz. Ieri, 27 gennaio, in occasione delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, l'assessore allo sport Matteo Lepore ha ufficialmente ed orgogliosamente annunciato, alla presenza di Daniele de Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna, che il cambio del nome verrà sancito a maggio, con una imponente cerimonia pubblica.
Motivo? Ovvio, un doveroso omaggio ad un grande del calcio nostrano e contemporaneamente un monito ed un contributo per tenere vivo il ricordo dello sterminio degli ebrei durante l'ultimo conflitto mondiale.

Chi potrebbe mai contestare la bontà delle suddette ragioni?
Ma perchè, ci chiediamo noi, una volta che sarebbe veramente d'uopo un et ...et  , ci troviamo davanti ad un aut..aut ?
Perchè per onorare la memoria di un senz'altro bravissimo calciatore ed allenatore che tanto lustro ha dato al Bologna calcio, di una sventurata vittima della positivistica e luciferina follia nazista bisogna per forza eliminare, cancellare, scacciare da casa sua un toponimo, un riferimento, un nome che risuona da tempo immemorabile nel cuore di ogni bolognese? Non si poteva lasciare San Luca in santa pace, lì dove la sensibilità popolare l'ha messo fin da subito ed intitolare al sig. Weisz, che so, il settore distinti, o porre una lapide, un cippo, o uno dei tanti ed efficacissimi monumenti che gli uomini nei millenni hanno elaborato perchè la memoria di qualcosa o qualcuno venisse ribadita?
Ed è proprio questa abbondanza di alternative possibili, fattibili e smaccatamente, facilmente individuabili ma volutamente ignorate che, come si suol dire, puzza; ed è una puzza ben nota, il cui modus operandi è annidarsi, strisciando, tra le parole più condivisibili , ammorbare le intenzioni più nobili, al punto da imbrattarle irrimediabilmente e renderle parodistiche e ripugnanti menzogne.
 A pensar male si farà anche peccato, ma spesse volte, purtroppo, ci si prende.

Reazioni nel mondo calcistico locale?
L'ex calciatore del Bologna Marco Di Vaio, oggi dirigente sportivo della società Bologna Calcio, prendendo diplomaticamente tempo, mentre si dichiara orgoglioso di appoggiare iniziative contro le discriminazioni, rimette la decisione ultima in mano ai tifosi ed alla società stessa.
E la Curia?
 Il vescovo ausiliare emerito, monsignor Ernesto Vecchi, il quale, probabilmente fiutando un pò di quella puzza di cui sopra, un paio di settimane fa, nell' officiare i funerali di un altro grande del calcio felsineo, Ezio Pascutti, aveva ammonito: "Non si tocchi il nome della curva di San Luca", è tornato anche oggi a ribadire il concetto, aggiungendo un sibillino ma quanto mai opportuno: " Se accosti qualcuno a San Luca, la Madonna se lo mangia...".
Capito, assessore Lepore, e compagni?

E noi, in coro, in un grande e potente coro da stadio, di quelli in cui mille e più voci si levano all'unisono, con il cuore in palpitante tripudio e le emozioni sulla punta della lingua, in un tifo sfegatato per la nostra inarrivabile, ineguagliabile, impareggiabile fuoriclasse che abita sopra il colle, intoniamo ed intoneremo fino a che il coro non giungerà sul tavolo dell' assessore a scompigliare tutte le sue carte: "Forza Madonnina olè, forza Madonnina olè, forza Madonnina, forza olè, forza Madonnina olè!"

Icona della Madonna di San Luca


3 commenti:

  1. a patire la nuova 'assegnazione' sono sia l'onore della Madonna ma anche l'onore di San Luca Evangelista

    Non si sa più cosa inventarsi pur di cancellare la memoria cristiana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti, caro Josh. Non a caso si parlava di una puzza tristemente nota...

      Elimina
  2. Aggiornamento dell'ultima ora: Non lo sapevano i bolognesi, ma il loro sindaco rivela di possedere doti profetiche, niente meno! Ha, infatti, per far quadrare un inquadrabile cerchio, more solito di certa cultura, esordito dicendo che questo è un "connubio che farebbe piacere alla Madonna". Soccia,( siamo a Bologna...)interpreta i sentimenti della Madre di Dio! Ha anche definito il sig. Weisz un martire dell'età contemporanea. Per favore, qualcuno indichi all'esimio primo cittadino la lieve differenza che,nella lingua italiana, passa tra "vittima" e "martire". Tutto fa brodo, soprattutto la manipolazione delle parole, nate per fare chiarezza, usate per creare confusione.

    RispondiElimina